Nelle immagini (riprese dal monumentale sito tramroma.com del compianto ing. Formigari) alcune istantanee delle "autoelettriche" che fecero servizio a Roma nel decennio dal 1924 al 1934: in piazza G. G. Belli, in prossimità del capolinea della linea 106 (p. Sonnino <> p. Rusticucci); in piazza Colonna, in prossimità del capolinea della linea 103 (lg. Tritone <> S. Maria in Trastevere); in piazza Montanara, ormai inesistente, in prossimità del capolinea della linea FR (pl. Flaminio <> S. Maria in Cosmedin).
Le "autoelettriche" erano dei rotabili ad alimentazione elettrica interna (con batterie di accumulatori poste in un cassone posto sotto la cassa del veicolo).
La flotta, inizialmente gestita dalla società Ugolini, che aveva la concessione del servizio, constava di 23 vetture, in seguito riscattate da ATAG, l'azienda del Governatorato, che l'ampliò con altre 20 nuove, per un totale di 40 (di 3 veicoli si perse traccia).
I rotabili furono utilizzati su 7 linee, praticamente tutte interne all'anello che era stato creato con la Riforma Tramviaria del 1930, e caratterizzate tutte da un percorso relativamente breve.
Questo perché la trazione ad accumulatori consentiva di raggiungere una velocità ... a passo d'uomo.
Inoltre la limitata durata degli accumulatori ed il loro basso rendimento rendevano difficile e costosa la manutenzione (erano necessari continui rabbocchi all’elettrolito, a base di acido solforico, i cui vapori sono notoriamente poco salutari).
La velocità molto scarsa era però un elemento del tutto incompatibile con i miti futuristi allora in voga (la velocità di marinettiana memoria).
E questo aspetto fu fatale per questa tecnologia, più che le potenzialmente letali esalazioni di acido solforico.
E così nel 1934 iniziò la radiazione dei veicoli che cominciarono ad essere sostituiti da un altro tipo di rotabile, sempre ad alimentazione elettrica (ma esterna), il filobus, che non aveva problemi certo di agilità, e i cui primi esemplari già attraversavano da qualche anno le strade di Londra.
Bisognerà attendere 52 anni (1986) per vedere a Roma una nuova linea sperimentale (119) esercitata con rotabili ad alimentazione elettrica interna.
Altri 10 anni (1996) per avere un regolare servizio su più linee di minibus (Gulliver), che con alterne vicende sono ancora in esercizio.
Il prossimo anno (2024), a 100 anni esatti dalle prime "autoelettriche" Ugolini, forse vedremo i primi bus elettrici veri.
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